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Astratto: le "Piastre", 1956

Il 'figurativo' di Riva sembra seguire un suo strano destino verso la disgregazione. E' un percorso a rovescio, come si puo' vedere nella seconda fase ( Secondo Figurativo ), nella terza del 1956 ( Terzo Figurativo ), e come si vedrà maggiormente nella quarta fase, l'"Informale" degli anni '60.

Ma nel 1956 un improvviso scatto, una improvvisa incursione nell'arte astratta produce le "Piastre". Una rottura clamorosa: lastre grezze organizzate in piani tenuti insieme da bulloni. Si trovano nei giardini e negli ingressi di palazzi di Como, commissionate da architetti.

Scrive Luciano Caramel in un articolo ("Cenobio", rivista di cultura, marzo-aprile 1961) che pure riguardava un'opera altamente figurativa, la cappella Battistini (al cimitero monumentale di Como): "La medesima aspirazione ad un controllo sulla materia rivelarono d'altra parte le stesse composizioni astratte 'costruite' attorno al 1956/7 ed oggi sparse in giardini e abitazioni di Como. Sono lastre, d’ardesia o di granito, variamente organizzate, ed anche in esse il ruolo di protagonista è ricoperto dall’ordine. Anzi la libertà da ogni impegno di soggetto mette a nudo come la coerenza, l’equilibrio, la serena armonia delle cose siano proprio l’essenza della sua arte. Fiducia nell'ordine inteso non come schema di comodo ma come affermazione delle più alte qualità dell'uomo".
Per finire il suo saggio su Eli Riva con queste parole: "un artista che onora la scultura contemporanea per la serietà dell'impegno e la felicità dei risultati" ( Luciano Caramel , "Cenobio – Rivista di cultura", anno X n.2, Marzo-Aprile 1961, p.126 )

"Piastre", beola, viale Varese 75 (Como), esterno, commissione architetto Zuccoli


"Piastre", ardesia, via Magenta 5 (Como), atrio, commissione architetto Zuccoli



"Piastre", granito, via Bellinzona/angolo via Zamenhof (Como), atrio, commisione ingegner Mantero