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Terzo figurativo: 1956, i gessi

Partito da un figurativo essenziale, che era quasi un'astrazione, un figurativo pieno di promesse, attraverso passaggi lenti o repentini (come è il caso delle "Piastre" del '56), in un viaggio durato 25 anni, dal 1950 al '75, anno della prima "Arfalla" della fase "seriale", e con una operazione superconsapevole, Eli Riva approda incontrovertibilmente all'astrattismo. Diceva infatti: "non si diventa astratti dalla sera alla mattina".
Qui siamo nella fase del 'terzo figurativo' (1956), sempre più sciolto, diciamo più rispettosamente anatomico, che testimonia il percorso "a ritroso", forse unico nel ‘900, dell’esperienza di Riva: dai massi sintetici e arcaici degli inizi, al naturalismo di queste opere. Rimangono sempre essenziali i valori della composizione, la totalità dell’impianto architettonico delle sculture.
Ma è l’ultimo figurativo in cui crede. Fulmineamente l'esperienza astratta del ’56 (le "Piastre": lastre di beola o di granito imbullonate, una geniale immaginazione) farà si che l’ultimo figurativo, il quarto, sia poi "in disfacimento". Come se, saturo di figurativo, esplodesse in una specie di ribellione.


"Mamma con bimbo", gesso, proprietà architetto Zuccoli (Como)




"Acrobata", gesso.
Regalato a Gio’ Pomodoro, il quale l’ha poi disperso. (Pomodoro fu a Como nei primi anni ’50, allora ignoto impiegato al genio civile. Frequentava lo studio di Riva con Luisa Albertini, ceramista, e insieme realizzavano gioielli. Da un lavoro di Riva in cemento, ancora visibile nell’ingresso di un palazzo di via Zezio a Como pare, per quanto asseriva Riva, che Pomodoro abbia attinto quella sua ripetitiva idea di modellare, o modulare, in superficie la scultura, quale che sia il volume)




"Donna con spina nel piede", figura in torsione, bronzo, proprietà dell’autore

 
Vedi Galleria



"Passo semplice", uomo e donna, gesso, proprietà dell’autore
"Atleta", legno


"Omaggio a Charlie Chaplin", legno tinto, proprietà dell'autore

"Volare", legno, proprietà dell'autore.


La maggior parte di queste opere è in gesso: la creta infatti permetteva l'approccio a forme meno geometriche e più articolate nello spazio; e sono rimaste in gesso, non avendo Riva molti soldi da investire nelle fusioni in bronzo.

"Nudo seduto", gesso