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Chiesa di Blevio

Chiesa di San Francesco d’Assisi, Blevio, Como

Eli Riva viene chiamato nel 1988 dal parroco Vittorio Vittori e dall’architetto Carlo Lucini.
La chiesa risale però al 1967, essendo parroco don Antonio Briccola, e inaugurata il 17 dicembre dal Vescovo Felice Borromini.
A presbiterio ultimato, ad opera di Riva, viene benedetta il 6 maggio del 1988 dal vescovo Teresio Ferraroni.
Apprendiamo queste notizie da una lapide posta nel vestibolo, sulla quale è scritto anche il nome di Eli Riva. Gli elementi commissionati per il Presbiterio, cuore della chiesa, sono Altare, Ambone e Tabernacolo.


La diagonalizzazione è anche qui l’elemento stilistico fondamentale: nell'acquasantiera, il blocco entro cui è ricavata la vasca per l’acqua benedetta si inserisce diagonalmente in un parallelepipedo portante vuoto, di cui si osserva il perimetro. L’opera è in granito grigio marezzato, perfettamente lucida.

 

L’Ambone è un blocco di marmo bianco di Carrara, svuotato internamente. Il celebrante non si deve solo accostare, come succede in Sant’Agata, ma vi deve entrare e si trova circondato dai tre lati della scultura.



L’Altare è un parallelepipedo vuoto, praticamente un telaio, formato di lastre di marmo bianco. “Una tovaglia di ghiaccio” il piano della celebrazione, dice il parroco ricordando parole dell’autore.


Nel mezzo, il parallelepido è tagliato da una lastra di marmo rosso, inserita verticalmente, quasi a sorreggere la mensa.

Il Tabernacolo, volutamente autonomo, e volutamente grande, come a Lipomo.

Anche qui, come nell’Altare, un perimetro vuoto.  Un perimetro bianco, che contiene, nella parte alta, il contenitore delle “particole”, un cubo di marmo rosso. Di marmo rosso sono anche le porticine, apribili dai due lati.
Il Tabernacolo è l’arredo che dà più emozione, così isolato; aperto, è foderato in oro. Un vero senso di trascendenza, o quantomeno di alta spiritualità.

Il Tabernacolo e l’Altare sono pari nella leggerezza, per lo svuotamento completo della materia; del marmo restano solo i perimetri.
Interessanti i sedili e la sedia vescovile, in legno pregiato, a piccoli blocchi accostati di diverso colore.


Il rapporto tra Altare e Tabernacolo è strettissimo. Quel bianco e quel rosso: quel perimetro bianco tagliato a metà dal marmo rosso nell’Altare, quel perimetro bianco contenente il cubo di marmo rosso nel Tabernacolo.
Come del resto è stretto il rapporto fra le due “mense” di Sant’Agata e quelle di Lipomo.
(L’acquasantiera, di cui parleremo, gli era stata commissionata qualche anno prima.)


(Tutte le foto sono di Giovanni Buscema)