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Scultura Seriale
"Verticali", 1979-82

Dopo aver giocato in orizzontale, Riva propone,
tra gli anni 1979 e 1982, i “Verticali”


Legno leggero, non levigato, trapano dolce. Un occhieggiare di ombre e luci per piccoli vuoti scavati, organizzati in modo ritmico, musicale.


Come se si volesse raggiungere il cielo per piccoli cieli, sollevarsi da terra per piccoli vuoti e pause d’ombra.

(foto G.Buscema)



Nessun accenno nei suoi scritti a queste opere, nelle quali tuttavia si vanno realizzando tutti gli assunti formali della sua poetica: “senza base”, “volume in altezza”, “defisicizzazione della scultura”, "antimonumentalismo".

Quanto alla “leggerezza” siamo prossimi, dopo il confronto dialettico con il grande impegno e la prepotente e corposa materialità delle “Fionde” (che descriveremo), alla ariosa, definitiva spazialità e smaterializzazione della scultura, realizzata nella serie delle “Case degli Angeli”: “Sa, io ormai non ho più nessun rapporto con la scultura”, aveva confessato in un’intervista a Claudia Rancati sulla rivista Como (“Eli Riva e le case degli Angeli”).



Ma quasi in contrasto con questa poetica della leggerezza arriva, nello stesso periodo, anche un’opera monumentale. Collocata all’interno della Banca Cariplo (ora Intesa San Paolo) di Piazza Volta a Como, fu realizzata tramite fusione in bronzo dall’originale in legno che si trova ancora nello studio dell’autore.
E’ un’opera astratta, naturalmente, e gli impiegati della banca si esercitano a darle un significato: un albero ? Una maternità ?















   



 



  "Arfalla doppia verticale" in marmo